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Il CBD è finalmente riconosciuto come alimento

La notizia è recente e ufficiale: secondo la Commissione europea, la cannabis legale può essere qualificata come alimento.

Verdetto che ha seguito la sentenza della Corte di Giustizia europea secondo cui il CBD non può essere considerato uno stupefacente.
La marijuana light, quindi, non sarà più inserita nella lista delle sostanze stupefacenti ai sensi della Convenzione Unica delle Nazioni Unite sugli stupefacenti del 1961.

Ne ha dato notizia la EIHA, sottolineando di aver ricevuto una lettera dalla Commissione europea in cui si afferma che il CBD può essere qualificato come alimento e, pertanto, la domanda di EIHA per i nuovi alimenti è stata ripresa.

Il riferimento è alle domande fatte da aziende europee per iscrivere i propri prodotti a base di CBD nel catalogo dei Novel Food (nuovi alimenti o ingredienti alimentari, disciplinati dalla legislazione alimentare comunitaria con il Regolamento (CE) 258/97): una procedura che era stata sospesa a settembre, proprio perché la Commissione aveva comunicato che stava pensando di considerare la cannabis light come uno stupefacente.

La decisione è stata presa dopo aver esaminato un caso verificatosi in Francia: due imprenditori dopo aver messo sul mercato una sigaretta elettronica a base di CBD, prodotto e importato dalla Repubblica Ceca, erano stati condannati a 18 mesi e 10.000€ di ammenda.

Questo perché la Francia impedisce l’importazione di prodotti derivati della canapa che non siano fibra e semi. Il giudice si era interrogato allora sulla conformità al diritto dell’Unione della normativa francese, che vieta la commercializzazione del CBD legalmente prodotto in un altro Stato membro, e il processo è arrivato fino alla Corte di Giustizia europea.

Uno storico passo in avanti sulla liberalizzazione della cannabis sancito dall’ONU, che segna un punto di non ritorno: la cannabis non sarà più compresa nelle tabelle internazionali delle droghe più pericolose.

Significa il pieno riconoscimento delle proprietà mediche della cannabis e il fatto che d’ora in avanti, a livello internazionale, sarà considerata come un normale farmaco stupefacente (medicinali a base di principi attivi ottenuti per sintesi chimica oppure per estrazione da piante, conosciute fin dall’antichità), alla stregua degli oppiacei, senza più le ulteriori restrizioni che derivavano dalla precedente classificazione.
Un risultato che non va sottostimato, un primo passo importante che cancella 60 anni di bugie antiscientifiche cucite addosso alla cannabis.
Uno storico cambiamento che faciliterà la ricerca scientifica e il proseguimento degli studi su sclerosi multipla, Parkinson, Alzheimer e patologie neurodegenerative, epilessia, dolore, cancro, patologie gastrointestinali, quelle psichiche e tutte le altre sulle quali si stanno concentrando gli scienziati.

Attenzione!
Questo non significa che automaticamente anche in Italia sarà possibile vendere prodotti alimentari a uso umano o animale contenenti CBD: per il regolamento europeo, infatti, questi prodotti dovrebbero essere prima registrati al catalogo dei Novel Food (procedura tra l’altro molto lunga e costosa), ma è sicuramente un segnale forte e chiaro da parte dell’Europa di apertura al mercato dei derivati della canapa.
Finalmente!